Do Not Track

1. Do Not Track, ovvero, le mie contraddizioni

Sono sempre stato affascinato dalle contraddizioni ed annoiato dalla coerenza come valore da portare come un vessillo in mezzo alla moltitudine. L’incoerenza e le contraddizioni permettono di progredire, di sapere chi siamo e di metterci in discussione.

Quindi, in questa pagina voglio elaborare su una delle mie contraddizioni più grandi: l’amore ideologico per la privacy e la conciliazione con il lavoro che faccio.

Mi piace tutto il mondo della raccolta ed elaborazione di dati, impazzisco per i grandi database e quando si tratta di stilare un SDR sono meticoloso e cerco di ragionare in maniera olistica con il fine di raccogliere quanti più dati possibili.

Allo stesso tempo, una parte di me, consapevole delle modalità di raccolta ed uso dei dati, vuole coprire le tracce il più possibile. Sono un grande sostenitore del diritto alla privacy, perché chiunque ha qualcosa da nascondere ed il diritto di avere degli angoli invisibili agli altri.

2. La mia scelta: Zero tracciamento

Questo sito non raccoglie alcun dato. C’è solo un piccolo snippet JavaScript che salva, nel browser dell’utente - in localStorage -, le preferenze relative al tema (se chiaro o scuro).

Ho deciso di non raccogliere dati per tre motivazioni principali:

2.1 Legali:

Non sono un legale ma sono abbastanza certo che una privacy policy copiata da Internet e un banner non bastino per rendere un sito conforme alla GDPR. Quindi per evitarmi possibili rotture, posso fare a meno di sapere le azioni compiute sul sito (è un blog, posso ben immaginare che le azioni più eseguite saranno la lettura e la navigazione);

2.2 Performance:

Preferisco avere un sito veloce, con poco o zero JavaScript, che possa offrire una navigazione fluida e compatibile con ogni tipo di dispositivo (ispirato da Nick Russo e The MotherFuckingWebsite;

3.3 Ideologia:

Come detto precedentemente mi interessa il tema della privacy e se posso evitare di raccogliere dati lo faccio. Non ho interesse nel sapere le statistiche del sito. Questa è una pagina dedicata ai miei servizi ed è una vetrina, valuterò il successo del sito in base ai clienti non alle page views o altre vanity metrics.

3. L’impatto della privacy nel mondo digitale

Molte aziende tecnologiche - e non - accumulano quantità massicce di dati personali senza poi utilizzarli veramente. In pratica le aziende ormai sono delle data hoarders, degli accumulatrici seriali di dati. La privacy online è diventata una questione sempre più critica nel nostro mondo interconnesso ed è fondamentale essere consapevoli del problema.

3.1 Il valore dei dati personali

I dati personali sono diventati una delle risorse più preziose nell’era digitale. Le aziende li utilizzano per personalizzare servizi, targetizzare pubblicità e sviluppare nuovi prodotti. Tuttavia, questa raccolta indiscriminata solleva questioni etiche e di sicurezza.

3.2 Il diritto al silenzio

Sebbene non si abbia niente da nascondere non limiteremmo mai il diritto di parola perché non abbiamo niente da dire. Il voler avere delle zone private, intime, solo nostre, è un valore che dovremmo coltivare, come individui e come società. Se i dati sono l’oro digitale, è bene conservarne un po’ per noi stessi.

4. Bilanciare innovazione e privacy

La sfida del futuro sarà trovare un equilibrio tra l’innovazione tecnologica e la protezione della privacy individuale. Come professionista del settore, mi trovo spesso a navigare in queste acque turbolente, cercando di conciliare l’efficacia dei dati con il rispetto per la privacy degli utenti.

5. Conclusione: Un invito alla riflessione

In conclusione, vi invito a riflettere sulle vostre abitudini digitali e sul valore che date alla vostra privacy online. Mentre continuo a navigare tra le mie contraddizioni professionali e personali, spero che questo sito possa essere un esempio di come sia possibile offrire contenuti di valore senza compromettere la privacy degli utenti.

PS: Comprate i miei servizi.